TRAVIATA

TraviataTraviata
Traviata

tutto è follia ciò che nel mondo non è piacer


Da Alexandre Doumas e F. Maria Piave

Drammaturgia e Regia
Giovanni Franzoni

con
Federica Restani

con la partecipazione di
Marco Remondini

Produzione 
Ars Creazione e Spettacolo


NOTE DI REGIA

Lo svelamento di un corpo “impuro” che reclama vengano amati anche i propri sentimenti.

Un’anima che viene “traviata” da quell’incidente che è l’amore.

Quell’incidente che svela cosa significa amare e non soltanto essere amati.

Quell’incidente che rivela, svelando, l’immensa gioia e il piacere dell’amare gratuitamente, essendo riamati gratuitamente.

Da momento accidentale tutto ciò che non è quel piacere “è follia nel mondo”: aberrazione, calcolo e quindi male.

L’amare riamata fa deragliare la struttura psichica forte e robusta della “cortigiana” di professione. Lo stato che si genera, accanto a quello della malattia fisica, porterà la nostra protagonista a “tornare a vivere” per rielaborare e confessare tutta la sua passione fino al proprio sacrificio finale. Fino a decidere di voler amare riamata per sempre, fino a morire per essere ricordata giovane, bella e innamorata piuttosto che malata e appassita, facendo così di se stesa l’icona dell’amore contrastato dalla società, anche quando corrisposto dall’amato amante. Perché sarà la società a chiederle espressamente quel “sacrificio”, una società che quell’amore non può capire e dunque non sa accettare né intuire.

E’ possibile che un sentimento d’amore  sano e sincero possa dare scandalo?

L’abbandonarsi ad esso da parte di due esseri umani che amano riamati, che ricevono dalla vita un simile dono, dà fastidio, è visto come  un amore malato.

Rinunciare a quell’amore sano per accontentare una società che lo reputa malato può  a sua volta ammalare?

Traviata dall’amore, si ammala.

Forse non di tisi, ma a causa del sentimento che ha dovuto soffocare.

L’amore che toglie il fiato può uccidere se gli si toglie il respiro.

A quella svolta definitiva sulla nostra scena Traviata è accompagnata, e non solo musicalmente, da un’ altra anima pura, attenta  e creativa: forse uno studente  di musica che per pagare i suoi studi artistici fa le notti presso questa donna malata e intanto prepara l’esame di composizione, forse un angelo, forse Caronte.

Di certo un uomo diverso da quelli che Traviata ha incontrato nella sua breve vita.

Un uomo che sa  ascoltare  e capire e piangere, un uomo che le ricorda il suo amato amante A.

Amore e Morte di Traviata.

Ma l’amore non muore.

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