SPOON RIVER

Spoon RiverSpoon River
Spoon River

tratto dall'Antologia di Spoon River di E.Lee Master


Adattamento e regia
Federica Restani e Raffaele Latagliata

Con
Alessandro Andena
Sveva Ballarino
Miriam Cobellini
Elisa Cozzolino
Laura Crepaldi
Olimpia De Marchi
Denny Dondi
Francesco Farinato
Alessia Gallo
Daniela Macario
Francesca Micunco
Chiara Rizzitelli
Barbara Soncini
Silvia Tarabori 
Francesca Tarocco
Matteo Valori
Davide Vecchia
Jacopo Zera


Assistente alla regia
Matteo Bertoni


 

Capolavoro della letteratura nord-americana, Spoon River diventa occasione di racconto di stporie vere in uno spazio altro rispetto alla vita e alla morte.

Il punto di vista del dopo, dell’altrimenti rispetto all’esistenza, consente l’agio di riflessioni profonde e acuminate come lame, ironiche e melanconiche come le storie vissute dai personaggi.

Le strade della sonnolente cittadina si rianimano per la sciarada  notturna che ogni sera al tramonto il Vento, autentico regista e unico sopravvissuto alle traversie che hanno ridotto Spoon River una città fantasma, decide di giocare utilizzando le proprie amate marionette, per dimenticare la solitudine che spazza strade e piazze e per prendersi gioco degli affanni inutili e imprescindibili che l’hanno tenuta viva per tanto tempo. I saloon si rianimano, le colline, le vie ritrovano l’energia ora raggiante ora distruttiva di uomini e donne che un tempo le hanno fatte palpitare con le loro passioni e di cui adesso rimangono solo memorie spazzate dal vento.

 

NOTE DI REGIA

Un intreccio di piani espressivi emerge dalla ricerca nelle pieghe di una cultura, quella di E.Lee Master, che  indelebilmente parla di America. L’eco stimola sonoramente l’immaginario, rielaborato e filtrato, che ogni europeo possiede di quella terra e legato a un certo periodo, o sarebbe meglio definirla epoca. Età dell’oro, in un certo senso nella nostra mente, recuperata in una musica che ormai appare quasi leggendaria. La svolta del millenio ha contribuito nostro malgrado a rendere ancora più lontana quell’America di saloon di cittadine di provincia, di jam session che trovano occasione sulle strade del Sud, di grandi Music Hall delle metropoli. Musica che fodera il nostro vagheggiamento di un tempo e un luogo divenuti quasi mitologici.

Dalla distanza temporale da cui osserviamo quella di Spoon River sembra veramente una attraente bolla di civiltà, lontana Atlantide che ci parla dell’uomo. Sarebbe meglio dire della sua vita.

L’incredibile scoperta sta nel dover ammettere che ogni barriera di tempo crolla davanti all’universalità dei sentimenti dei suoi personaggi. O ancora meglio delle straordinaria coincidenza tra i loro episodi di vita e i nostri, di popolo ormai irrimediabilmente diretto nel futuro.

Guardando a Spoon River gettiamo uno sguardo dentro di noi, per comprendere quanto l’uomo sia uguale a se stesso davanti agli avvicendamenti della vita. Le memorie di Spoon River (5 giovani ragazze) diventano allora la voce che ci avverte di guardare, cercare dentro l’essenza della nostra umanità, attraverso il ricordo, che ci riconduce al presente.

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