Piazza Goldoni, 7

Piazza Goldoni, 7

tratto dalle opere di Carlo Goldoni


Le Smanie per la Villeggiatura, La Bottega del Caffè, Il Bugiardo, La Locandiera, Il Ventaglio, Gli Innamorati, I Pettegolezzi.

Regia
Raffaele Latagliata

Personaggi e interpreti
Susanna, mercante merciaia: Manuela Bertasini
Evaristo, innamorato di Candida: Luigi Abbatangelo
Giannina, contadina: Gabriella Bonomi
Giacinta, dama, amica di Vittoria: Chiara Barrufaldi
Vittoria, dama, amica di Giacinta: Beatrice Cotifava
Ridolfo, caffettiere, padrone di locanda: Massimiliano Bezzecchi
Trappola, garzone Marco: Scamardi
Marchese, ricco bisbetico: Ezio Rebecchi
Ortensia, commediante: Giorgia Sarigu
Deianira, commediante: Lara Facchi
Candida, innamorata di Evariston: Silvia Fiordaliso
Checchina, sposina: Carlotta Savi
Catte, lavandaia: Giorgia Francesconi
Agnese, rigattiera: Catia Berni
Fulgenzio, innamorato di Eugenia: Giulio Zaniboni
Eugenia, innamorata di Fulgenzio: Melissa Carretta
Conte, squattrinato bugiardo: Marco Moioli
Succianespole, servo furbo: Edoardo Gnoato

Collaborazione alla regia 
Patrizia Anania, Mario Zolin

Luci
Matteo Bertoni


NOTE DI REGIA
La grande piazza di una città immaginaria, crocevia di calli, vicoli e ponticelli, fa da cornice ad una girandola in cui si scambiano quasi venti personaggi provenienti da sette diversi capolavori goldoniani.

Ecco che come rivoli impazziti, le trame si intrecciano fra loro dando vita a vorticose situazioni d’azione che si stagliano sullo sfondo stilizzato, e quindi tanto antico quanto moderno, di un paesaggio “lagunare”, per certi versi paludoso, che fa da eco ad uno sguardo acuminato sulla società contemporanea.
L’acqua alta sale sempre più minacciosa ed inesorabile, mentre i suoi abitanti vengono trascinati sempre più a fondo dai vizi e dai cattivi costumi della società borghese di ieri e di quella globale di oggi.
I temi di Goldoni: la famiglia, la dialettica tra amore e denaro, lo scontro-incontro tra i sessi, le generazioni e le classi sociali sono, infatti, le tematiche sulle quali, siappunta la riflessione teatrale.
Ne emerge un affresco di lucida e feroce ironia che sfocia talvolta sin nel grottesco e che consente al pubblico di riconoscersi, o meglio di “specchiarsi”, come dice Goldoni stesso, nei personaggi, di prendere coscienza delle proprie istanze, di disporre di un calzante identikit psicologico e sociale con cui definire se stessi.
In un susseguirsi di intrecci, di equivoci e di situazioni esilaranti, Goldoni riesce, come fece la madre di Arlecchino, a cucire e ad armonizzare nel vestito della suaparola scenica le pezze più variopinte.
 
“…quanto si rappresenta sul teatro non dev’esser se non la copia di quanto accade nel mondo.
La commedia è quando non vi si vede se non ciò che si vede tutto il giorno nel mondo.
…La commedia è stata inventata per correggere i vizi e metter in ridicolo i cattivi costumi.”



CARLO GOLDONI
da “Il Teatro Comico”
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