MALPELO

MalpeloMalpelo
Malpelo

ispirato alla novella "Rosso Malpelo" di Giovanni Verga


Ideazione e regia
Adriano Evangelisti

Con
Claudia Benassi
Onofrio Zummo

Produzione
Ars Creazione e Spettacolo


NOTE DI REGIA
Rosso Malpelo è una novella di Giovanni Verga pubblicata per la prima volta sul "Fanfulla" nel 1878 ed in seguito, unita ad una raccolta di altre novelle, pubblicata nel 1880 in ”Vita dei campi” nella quale viene descritta la realtà di povertà e sfruttamento delle classi disagiate in Sicilia alla fine del XIX secolo realtà che Verga conosceva bene e che emergeva altresì dalle inchieste governative del Regno d'Italia da poco formatosi. E’ un racconto corale crudo e diretto, un grido sull'infanzia negata, che denuncia una tragedia apparentemente lontana, legata alle cave di rena siciliane di un secolo fa ma che è invece ancora tristemente attuale in molte regioni del mondo, a cominciare dal Potosì boliviano.

Malpelo. è la vittima sacrificale di un mondo ottuso, cieco, scevro da ogni forma di rispetto per la dignità umana e privo d’amore, le cui uniche leggi a cui deve sottostare sono intrise di ignoranza, superstizione e rabbia. Nell’universo infernale in cui è costretto a crescere e a lavorare l’alienazione e l’abbrutimento contaminano ogni istante dell’esistenza sua e di tutti coloro con i quali entra in relazione. Il buio e la profondità della miniera, infatti, non sono solo una mortificante condizione fisica nelle quali si è da sempre e per sempre costretti a stare, ma diventano quell’agghiacciante imbuto che inghiotte tutti i protagonisti della vicenda in un disperato annientamento mentale. In questa demolizione programmatica dell’io Malpelo sperimenta però un’istintiva forma di attaccamento e protezione verso un suo simile, sbeffeggiato con il nomignolo di Ranocchio, unico spiraglio di umanità possibile. Da questo salvifico incontro scaturisce una poetica lancinante, emotivamente travolgente per la violenza dell’impatto, al punto da determinare una scelta definitiva in Malpelo quando verrà meno colui che gli avrà fatto vivere l’unico istante di luce. In una scena vuota, con un incessante, violento, drammatico corpo a corpo i due performer danno vita a quella mostruosa emarginazione a cui alcuni essere umani sono immotivatamente e definitivamente condannati.

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