Di e con Giovanni Franzoni Produzione Ars Creazione e Spettacolo NOTE DI REGIA
Un libretto, Rigoletto, scritto per l’opera, spogliato della musica e vestito da un attore solo.
Un’idea suggeritami da Raffaele Latagliata quella di affrontare, per il mio primo lavoro “tutto da solo” e nella mia Mantova, il Rigoletto, nella sua Mantova.
Rigoletto sia, ma senza musica.
Una sfida che vuole spogliare la vicenda di Rigoletto della forza drammatica e dell’immediatezza emotiva e comunicativa della musica di Giuseppe Verdi.
Ma perché non provare a fidarsi solo delle parole?
”In principio era il verbo” in fondo… e in fondo, in principio, la vicenda di Rigoletto nasce per il teatro, non per l’opera e dalle parole di Victor Hugo in Le roi s’amuse.
Queste parole scriveva Verdi il 3 giugno del 1850 a Francesco Maria Piave, autore del libretto dell’opera che si chiamerà invece Rigoletto: “In quanto al titolo, quando non si possa tenere Roi s’amuse che sarebbe bello… il titolo deve essere necessariamente La maledizione di Vallier, ossia per essere più corto La maledizione. Tutto il soggetto è in quella maledizione che diventa anche morale. Un infelice padre che piange l’onore tolto alla sua figlia, deriso da un buffone di corte che il padre maledice, e questa maledizione coglie in una maniera spaventosa il buffone, mi sembra morale e grande, al sommo grande”.
E cosi’ scriveva Piave, dopo aver accettato la sfida di ridurre il testo di Hugo a libretto: “Lettore benevolo, per circostanze speciali sento il bisogno di raccomandare alla tua indulgenza, più ch’altro mai , questo mio lavoro , e spero di non ingannarmi, confidando che non sarai per negarmela. VIVI FELICE”.
Mia madre dice che da piccolo le chiedevo di “leggermi la voce delleparole”…così, sempre da piccolo, accetto la sfida, pur di non perdere il piacere che provo nell’affrontarla, portando in scena le parole di Piave e di Hugo…
Siate indulgenti e vivete felici.