Cucina

Cucina

ispirato a The Kitchen di Arnold Wesker


Adattamento e regia
Federica Restani

Con

CUOCHI
Marco Ferrari
Stefano Peppini
Andrea Pisano
Marco Sacmardi
Edoardo Gnoato
Adil farah

CUOCHE
Ilaria Lovo
Luisa Mattioli
Ivonne Paltrinieri
Elena Montanari
Claudia Moietta

CAMERIERE
Monia Patuzzo
Beatrice Cotifava
Chiara Artioli
Maria Sandrini

PASTICCERIA
Isa Bonfà
Miriam Nichilo

UN RISTORANTE DI
Laura Firriolo

e con la PARTECIPAZIONE STRAORDINARIA di:
Matteo Bertoni nel ruolo del vagabondo

Assistente alla regia
Silvia Gandolfi e Stefano Peppini

Locandina
Federica Restani

Foto
Elio Scardovelli


NOTE DI REGIA
The Kitchen, commedia di Arnold Wesker, una vera e propria sfida teatrale per i 24 allievi attori in scena di STM.
L’azione di The Kitchen si svolge in una cucina di un grande ristorante londinese, nel 1950 per Wesker, per noi in un ristorante alla moda della Milano di oggi. A combattere tra richieste assurde di clienti inconsapevoli, ricette improbabili brevettate da un pazzo chef  e le bizze umorali di alcuni dei cuochi  e di quasi tutte le cameriere, i numerosi dipendenti del ristorante. Tutto inizia con il risveglio della cucina alle 7 del mattino e termina poco prima del servizio di sala per la cena. Quasi una giornata passata all’interno di una cucina che sforna ogni giorno 4.000 portate, dove la qualità del cibo conta poco, dove si incontrano uomini e donne di diverse provenienze, dove nasce l’amore e l’odio, dove l’avidità di denaro la fa da padrona, dove ci sono avance sessuali non richieste, dove le piccole ruberie sono all’ordine del giorno, dove nascono e muoiono in un attimo risse e litigate furibonde, dove il più forte prevale sul più debole, dove inevitabilmente il razzismo serpeggia, dove assistiamo alla lotta per elevarsi da una classe sociale ad un’altra, dove la speranza per un futuro migliore viene schiacciata dalla certezza di un futuro peggiore, dove si parla della pena di morte, dove la qualità delle cose non ha più importanza, dove non c’è il tempo per instaurare un’amicizia, dove l’assenteismo è cosa quotidiana, dove le scenate di gelosia e le litigate futili rallentano il lavoro, dove la sicurezza sul lavoro non si sa cosa sia, dove impera la slealtà, dove essere sbruffoni serve a imporsi sugli altri, dove è impossibile sognare, dove il ricordo recente della seconda guerra mondiale non serve ad evitare altri conflitti, dove bere alcol è l’unica via di uscita per una vita grigia, dove l’aiutare gli altri non è cosa comune.
Le differenze razziali dei lavoratori, le provenienze differenti, l’avidità del datore di al voro e soprattutto la grande voglia di fuggire via da questo esilarante ”Fucina”.
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